A Pulsano la Visita del Vescovo di Taranto

Canti di gioia, fazzoletti colorati e applausi fragorosi: è l’Auditorium di Pulsano, stracolmo di fedeli, ad accogliere la visita che mons. Filippo Santoro vescovo di Taranto, ha fatto domenica alla Comunità Gesù Ama, alla presenza dei membri del CNS. Una celebrazione eucaristica che testimonia l’affetto della Comunità per il suo pastore, che di ritorno dal Sinodo dei Vescovi, appena conclusosi in Vaticano, ha voluto esortarci ad essere veraci testimoni del Vangelo, a non avere paura, a rimanere segno di un Amore che fa la differenza. Guarda le foto

Prendendo spunto dal Vangelo di Marco (12,28) mons. Santoro ha ricordato l’importanza di amare Dio con “tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza”. Nel cuore del cristiano – ha detto il presule nella sua omelia – deve esserci un solo Signore, il primo posto spetta a lui soltanto, tutto il resto –denaro, piacere, potere, sono idoli che intralciano la chiamata. A ben vedere amare Dio – ha aggiunto – vuol dire farsi messaggeri del suo amore, quello stesso amore che deve essere comunicato al mondo, in modo diretto, audace, per niente timido fino a raggiungere il prossimo, chiunque esso sia. E’ bene che la nostra vita sia un incessante annuncio di queste parole che Gesù ci consegna: solo così potremmo essere dei buoni missionari, dei veri evangelizzatori. D’altra parte il motto del missionario è: “consumare la suola delle scarpe”, andare incontro alle genti, mettersi in cammino, essere in movimento ed individuare ogni luogo, come terra di evangelizzazione, ogni situazione dove si riscontra la mancanza di Dio per poterla colmare con l’annuncio di una salvezza più grande. Mons. Santoro, ha ribadito, i lineamenta del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, l’esortazione del Papa a tutti i laici a rispondere adeguatamente e con convinzione a questo compito e anche ai sacerdoti e ai vescovi a cui ha consegnato la Croce Pettorale con l’immagine del Buon Pastore che deve saper prendersi cura del suo gregge. Quindi ha raccontato dell’esperienza di evangelizzazione in Brasile, quando era vescovo ausiliare a Rio, nelle discoteche e negli altri luoghi della movida, ma anche nelle favelas, dove abita il povero, l’emarginato, chi davvero ha fame e sete di Dio e ha bisogno di speranza per vivere. Ha sottolineato la necessità di obbedire a questo comandamento: perché amare Dio e il prossimo come se stessi “vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Ancora, si è soffermato sulla difficile situazione che sta vivendo la diocesi di Taranto stretta tra inquinamento mancanza di lavoro e problemi legati alla salute dopo la recente indagine che ha messo sotto sequestro le acciaierie Ilva. Anche qui, ha detto mons. Santoro – ci sono armi che il cristiano deve saper usare: la fede e la preghiera per chiedere a Dio di sanare certe situazioni difficili. Infine l’esortazione diretta alla Comunità Gesù Ama: “siate testimoni di ciò che avete visto e udito! Mettetevi al servizio della Chiesa, insieme ai parroci ed esercitate il vostro carisma fondante”, che è quello dell’annuncio e dell’amore. In particolare a tutti i presbiteri ha chiesto di aprirsi alla ricchezza dei movimenti, secondo anche le parole di Benedetto XVI per poter lavorare nella vigna del Signore insieme, nell’unità.

La Comunità intera fa sue queste parole, assicurando preghiera incessante per il ministero e la persona del nostro amato pastore.